Un uomo, Fabio Accorrà, inguaribile fotografo di viaggio e una donna, Elisabetta Rossi, giornalista e scrittrice studiosa della lingua dei Tarocchi, si confrontano sulla complessità di Venezia ma anche dell’amore, della solitudine, della felicità.
Alla ricerca di una dimensione alternativa di una città della quale si pensa di aver fotografato e scritto tutto. Anche l’indicibile. “Che profumo ha il tuo ricordo più bello? Qual è la cosa più preziosa che possiedi? Quale sarà la Venezia del futuro?” sono alcune delle domande che rendono il racconto unico e irripetibile alla ricerca di risposte che lo stesso lettore verrà stimolato a dare.
Un dialogo laico ma a tratti contaminato dal sacro che non trascura i temi etici più attuali: il rapporto tra corpo e anima, la ricerca della felicità, il valore della verità nell’arte e nella scienza. Complici le visioni e le parole: la fissità di una fotografia parlata che tramuta l’attimo in un per sempre.
La stessa immobilità delle farfalle trafitte da uno spillone. Parole stampate sulle pagine bianche del libro come spilli che ne fissano il volo. In un confronto ribelle, eretico e sorprendente.